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  • Mons. Felice Accrocca in visita alla Cittadella della Carita’

    Mons. Accroccca alla Cittadella della Carita’

    Inizia presso la Cittadella della Carità “Evangelii Gaudium” il ministero episcopale del nuovo arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca, celebrando la Santa Messa in onore di Sant’Antonio da Padova presso la Chiesa San Pasquale.

    “Oggi celebriamo Antonio, il santo della carità. Chiediamo per sua intercessione l’aiuto a non chiuderci nel nostro privato ma a condividere”. Con questo invito alla preghiera mons. Accrocca ha introdotto la Celebrazione Eucaristica. Concordia e amore sono state le parole chiave dell’omelia. “La comunione, la concordia e l’amore sono la predica del Vangelo. Dobbiamo incominciare a sperimentarli in un mondo di divisioni”. Ha proseguito “Antonio da Padova è stata una persona libera che ha insegnato la carità. Questo sia esempio per noi”.

    Al termine della Santa Messa mons. Felice Accrocca, insieme al direttore della Caritas Diocesana di Benevento, don Nicola De Blasio e al vicario episcopale, mons. Pompilio Cristino, ha visitato la Cittadella della Carità: dal dormitorio agli ufffici.

    Enrico Pirone

     

    Fa uno strano effetto vederlo in bianconero e non a color porpora, i fasti del giorno prima che cedono al silenzio e alla profondità. 
    Dalla Città della festa alla Cittadella della Carità: il cammino episcopale di Felice Accrocca inizia dagli ultimi. Nell’apparente ossimoro del gesto c’è il senso pieno dell’imprimatur di Papa Francesco. 
    La mattina seguente al suo insediamento in cathedra, S.E. Accrocca sceglie di celebrare Sant’Antonio a San Pasquale, la piccola chiesa dell’omonimo convento, oggi trasformato nella “Cittadella della Carità”, sede della Caritas Diocesana. 
    Di nuovo puntualissimo ed accompagnato da don Pompilio Cristino, il Vescovo è accolto dal Vicario generale per la Carità don Nicola De Blasio, dal Vice Direttore della Caritas don Sergio Rossetti, dal Vicedirettore Ufficio Migrantes don Vital M. Muderhwa e da una chiesa affollata: panche piene di fedeli, a sinistra l’azzurro delle camicie degli Operatori e del Coordinatore Caritas, a destra lo stuolo dei giornalisti. Al centro c’è lui, S.E. il Vescovo di Benevento, che “tiene” l’altare con misura, ma con voce e postura ferme, decise. Nulla è cambiato rispetto al giorno prima: Accrocca è intenso e ispirato quando celebra, ma nell’Omelia il suo eloquio è secco e dritto, una retorica che condensa in ciascuna parola secoli di significati. 
    Anche a San Pasquale il Vescovo ripete i temi del proprio Episcopato. 
    “Camminare insieme”, dunque pellegrini e non viandanti: una meta comune, pur nel rispetto delle reciproche diversità. Perché, si sa, la “differenza” è ricchezza e risorsa, non ostacolo. Intuibile il ventaglio semantico ampio di “diversità” al quale Accrocca si riferisce. 
    Eccolo, anche a San Pasquale, il secondo grande tema: l’unità. Certo, unità nella diversità, ma pur sempre “unità”. E ancora: “Cammineremo insieme non solo come Chiesa, ma anche come Chiesa nella società”. Non c’è da sbagliarsi, il “segno” di Papa Francesco è vivo e ben cucito sulla talare del Vescovo Accrocca. 
    A San Pasquale, però, celebrando Antonio, il Santo del “pane”, Accrocca, stentoreo, pronuncia “Spezziamo il pane insieme”: il rimando culturale, religioso, sociale, storico e politico è immenso. Dentro quella frase, c’è tutto per tutti. “Condividere” il pane è anche condividere il Messaggio più alto di Cristo. E se il “segno” di Francesco comincia a palesarsi nelle prime parole e nei primi gesti del nostro Vescovo, resta ancora aperta l’aspettativa del “modo” e dei “mezzi” che Accrocca sceglierà, proprio nel “segno” di Francesco, di comunicare il suo Episcopato: se restare fedele solo allo spessore linguistico che contraddistingue il suo eloquio oppure seguire Francesco nella di-vulgazione orizzontale, quella diretta, che tocca i cuori e le menti. 
    La Messa è terminata. Il Vescovo benedice il pane e si concede a tutti gli abbracci dei fedeli. Accoglie con serenità i giornalisti, risponde alle domande, dispensa sorrisi. Cordiale, ma sempre composto e misurato. 
    La visita alla Cittadella della Carità è privata. S.E. Accrocca è rapido, dinamico, sale e scende scale fulmineo. Registra tutto con gli occhi, chiede di vistare la mensa Caritas, si sofferma con chi sta pranzando. Sale, è al Dormitorio, dove ascolta le storie di vita che passano su quei cuscini. Di nuovo giù, entra alla casa di riposo, il tempo di un saluto affettuoso e di una foto di gruppo. E’ veloce, ma assorbe tutto ciò che vede e che sente. 
    L’impressione che si ha è che questo Vescovo, più che agli “ultimi”, farà molto bene ai “primi”. 


    Gabriella Debora Giorgione 

    Le foto proprietà Caritas Benevento